salotto da vivere... per tutti (guest post di mamma logopedista)


30.9.14


(post di mammalogopedista)

Ho visto molte case dove vivono bambini frequentando amici, amichetti delle mie figlie e cuginetti.
Quando si hanno bambini già grandi, oltre i 3-4 anni, certo non è facile contenere la quantità di oggetti, giocattoli e libri, soprattutto negli spazi comuni come il salotto e ancora meno semplice è, dunque, organizzare gli spazi per non diventare prigionieri degli oggetti stessi e schiavi del tempo necessario a riordinarli.
Idealmente, trovare il giusto equilibrio dovrebbe consistere nella gestione responsabile di ogni membro della famiglia delle proprie cose.


Per esempio i libri a casa nostra sono stati per diverso tempo un problema; io amo sia la letteratura che i libri per l’infanzia, ovviamente. Ad alcuni, nonostante le  figlie crescano, non so rinunciare e sono molto utilizzati sia per lavoro (vanno e vengono continuamente da casa al lavoro) sia per i post del blog. ogni tanto qualcuno va perso!
Ora ci siamo organizzati in questo modo: le bimbe tengono quelli che arrivano dalla biblioteca nella propria stanza per non perderli o dimenticarli, mentre nel salotto rimangono a disposizione nei ripiani alti quelli di noi genitori e in quelli più bassi i loro, ognuno riordina ciò che usa perché anche le bimbe possono accedere comodamente ai ripiani dedicati a loro.
I giochi, invece, quanto è facile esserne sommersi? Dopo alcuni anni di grandi fatiche con l’arrivo della seconda figlia devo dire che ce l’abbiamo fatta “Avere troppo di tutto” non è più un problema per noi, teniamo solo ciò che usiamo e alcuni ricordi della primissima infanzia, il resto lo regaliamo o lo scambiamo. Abbiamo tre cestine che si infilano nei riquadri della libreria e quando si è finito di giocare, via tutto:in una ci sono gli intramontabili Lego, nell’altra le bamboline e nell’ultima puzzle e giochi in scatola. Oltre a questo in angolo c’è la cucina. Il resto sta nelle camerette, devo dire che è poco usato. Infine il tavolo del salotto ha due lunghi cassetti in cui stanno fogli e colori. Anche la mamma ha i suoi “giocattoli”: una cesta in plastica che contiene tutto il necessario per uncinetto e maglia; i gomitoli sono irresistibili e le mie bimbe spesso giocano con oggetti inconsueti.
Ma se con i figli più grandi la questione è più organizzativa che altro, ciò che succede  invece nei primi due anni di vita, ha molto a che fare con la cura dello spazio domestico; più volte ho accennato a quanto sia importante lo spazio per la stimolazione  e la “cura” delle capacità attentive e cognitive dei bambini.
I neonati hanno solitamente una zona nanna e una zona cambio molto ben organizzati, ma appena sono in grado di stare a terra, dai 4 mesi circa, spesso non si pensa ad organizzare per loro un altrettanto efficiente spazio gioco.


Dai 4 mesi il bambino può essere lasciato a terra su un tappeto morbido e lavabile, a pancia in giù per stimolare la muscolatura della schiena a sostegno del capo, la muscolatura della braccia che presto sosterranno il bambino nel gattonamento. Questa posizione ha l’indubbio vantaggio di consentire di guardare avanti e cominciare ad esplorare visivamente lo spazio circostante, facendosi un’idea delle distanze e delle profondità. Certo è indispensabile che lo spazio sia privo di pericoli e di oggetti vaganti; purtroppo capita spesso che il bambino, invece, sia tenuto a lungo  su sdraiette, divani, seggioloni, o dentro passeggini  o box con la “scusa” che c’è pericolo. Togliamolo questo pericolo: anche i fratelli o sorelle più grandi possono essere responsabilizzati verso il piccolo di casa; ricordo la mia bimba più grande che era un grandissimo stimolo per la piccola e mai è stata un pericolo per essa,anzi, era molto attenta a “insegnarle” come fare, o a riprenderla nel caso avesse ravvisato un pericolo.
Inutile dire che dai 4 mesi in poi rapidamente il bambino impara a gattonare e dopo poco a tirarsi su: in salotto si è insieme. Allora è sicuramente necessario togliere oggetti fragili o che possano essere un pericolo per il bambino, ma anche qui senza esagerare; per esempio il “NO” con tono di rimprovero è facilmente colto anche dal piccolissimo. Perché non usarlo quando tenta di avvicinarsi a stero, lettori e tv? Naturalmente sotto la vigile nostra attenzione, ma bisogna pure in qualche modo iniziare a dare dei limiti e lasciarlo sbagliare. Nel momento in cui inizia ad alzarsi, deve avere la possibilità di eseguire spostamenti latero-laterali appoggiandosi al bordo del divano o al tavolino del salotto, quindi vai di paraspigoli o, nei casi in cui sia necessario, eliminare per un po’ il tavolino.
Bando assoluto per il girello che rappresenta, a mio avviso, quanto di peggio si possa fare. Non consente al bambino di crearsi auto-limitazioni, anzi di solito si lancia pericolosamente spinto dalle rotelle e senza avere la possibilità di prevedere il punto d’impatto. Inoltre non è utile per imparare a camminare e stimola nel bambino una iper-estensione degli arti inferiori che può al contrario ostacolare il cammino.

Dopo il cammino latero-laterale,si passa al cammino in avanti: non so da voi, ma a casa mia la camminata spingendo le sedie era di gran moda e mai negata.
Lasciare la possibilità al bambino di spaziare nello spazio comune del salotto, ci restituirà dopo pochi mesi un bambino consapevole delle sue possibilità e con limiti spaziali ben definiti e un buon orientamento. Certamente ogni genitore dovrà poi fare i conti con l’indole del proprio cucciolo: effettivamente ci sono bambini molti vivaci che necessitano di essere controllati a vista costantemente, ma credo che negare loro il movimento, sgridarli,impedire, costringere, non farebbe altro che peggiorare questa caratteristica, non trovando il bambino la possibilità di dare sfogo alla propria motricità, nè di costruirsi gradualmente dei limiti interiori e non costantemente dettati dall’esterno.
Quindi via spigoli, tappeti scivolosi, vasi e soprammobili e spazio a pochi giochi (ben scelti e in posizioni stimolanti per il bambino), alcuni libri sparsi e ai bambini.

Nessun commento:

Posta un commento