step by step


28.5.12


Se qualcuno mi chiede come è nata l'idea di disegnare mobili per bambini (quasi sei anni fa, nella mia prima esperienza come mamma, con Marta) dovrei riportarmi a questo, il primissimo bisogno di un oggetto inesistente nell'enorme mercato saturato di sedie, tavoli, lettini e quant'altro, ma scarso di idee che aiutino i bambini nella difficile impresa di crescere in una casa dimensionata per gli adulti.   E l'oggetto è questo:  una scaletta per arrivare al lavandino.  Lo scopo è sempre uno:  stimolare l'autonomia del bambino, aiutarlo ad arrivare a quelle cose ad altezza irraggiungibile che invece fanno parte della sua quotidianità.  In questi schizzi sono state abbozzate solo due prime idee:  la prima un carrello-scaletta pieghevole, una specie di giocatolo a traino che in realtà funzionasse come un jolley:  una scaletta che si può portare ovunque per saltare quei 40cm di barriera tra lui, il lavandino, il tavolo, la maniglia della porta, la terza mensola dei giocatoli, ecc.  La seconda una scaletta-poltroncina.

Ovviamente una maggiore libertà di azione comporta anche maggiori rischi:  Tra le cose raggiungibili ci sono anche i fuochi della cucina e da 40 cm si può anche cadere.  Forse un po' per questo, un po' per mancanza di tempo, un po' perchè Marta è cresciuta più velocemente della mia capacità di realizzazione queste due idee sono rimaste schizzi sulla carta.  Ma oggi che ho due gemelli di 21 mesi mi si ripropone identicamnete lo stesso bisogno.  Già loro, in parte. lo hanno risolto trascinandosi alcuni giocatoli-scalino che, da soli, hanno trovato della perfetta misura per arrivare un po' più in alto delle loro possibilità.  Questo gesto quotidiano mi conferma la sua reale necessità.  E per i fuochi della cucina gli si insegna ad evitarli:  anche l'uso della scaletta avrà le sue regole e un bambino a 20 mesi imparerà subito a rispettarle se viene ricompensato con il premio di una maggiore libertà. 

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