verso un ambiente educativo 2/3


16.4.13




Continua la ricerca "verso un ambiente educativo", un po' della base teorica e pratica che sta dietro il metodo Montessori, non per aprire una scuola (cosa che mi piacerebbe pure) ma per cogliere i principi, le idee fondamentali per costruire (o adattare) un ambiente (casa) che effettivamente accolga i bambini e dia risposta ai loro bisogni. 

Nella puntata anteriore  alcune idee fondamentali che stanno alla base della definizione dell'ambiente:  ordine, utilità, bellezza, semplicità e fragilità.  Oggi passiamo invece al pratico e cercherò di seguire come intendeva la Montessori "progettare" le sue scuole, o meglio "Case dei bambini", come a lei piaceva definirle. Anche qui cercherò di trarre alcuni concetti fondamentali, alcune idee base che possiamo adottare anche nella disposizione delle nostre case.






Dimensione:
Quanto devono essere grandi le stanze?. Iniziamo da una domanda non scontata, eppure è proprio l'inizio.  Naturalmente nel testo di Montessori è una domanda che viene posta in una condizione di progettazione di una scuola, cosa che a noi non interessa specificamente, ma comunque mi sembra interessante riportare alcune riflessioni sulla dimensione dell'ambiente. Dunque la risposta che lei da può sembrare abbastanza banale ma la tempo stesso è di difficile definizione:  ne troppo grande, ne troppo piccola, le stanze devono essere della giusta misura.  Un ambiente troppo piccolo impedisce il movimento, l'attività, uno troppo grande impedisce la concentrazione.  Così la misura giusta viene data da un limite inavvertito, che è perfetto, tra una condizione e l'altra, e ci da un orientamento:  "press'a poco va bene un'aula dove, dopo essere stata coperta da tavoli e persone sedute, la superficie coperta dai tavoli e dai fanciulli rappresenta la metà dell'estenzione totale del pavimento".  Dunque uno spazio che consenta la mobilità dei bambini e anche la mobilità del arredo stesso (tavoli e sedie), dove anche lo spazio "vuoto" dev'essere rispettato.

Apertura:
A l'apertura va dato grande rilievo.  "Ci dovrebbero sempre essere le finestre aperte, le porte aperte anche se fa freddo".  Non è forse tanto importante la cubatura del ambiente, è l'apertura quello che conta:  lo spostamento da una stanza all'altra dev'essere libero, il rapporto con l'esterno dev'essere sempre possibile.

Forma:   
Le stanze devono essere sempre rettangolari?.  Chi lo obbliga?.  E qui è una grande Montessori,  confesso che da architetto adoro questo passaggio!. Era veramente una donna senza preconcetti e mette in dubbio questa definizione tassativa degli ambienti rettangolari lasciando libera la scelta  e suggerendo invece gli angoli ottusi come possibilità molto gradevole per i bambini. Lo adoro non tanto per le risposte che da (stanze esagonali o piuttosto ottagonali) ma perché apre una riflessione del tutto architettonica (e del tutto attuale nel suo momento storico, cosa che dimostra com'era donna di mondo) alla conformazione e definizione dello spazio stesso in base all'uso che ne viene dato.


Altezza:
"Oltre alla gaiezza è  necessario mettere in basso tutto ciò che deve essere a portata di mano".  Oltre agli oggetti di uso pratico anche i quadri, gli specchi devono essere messi in basso, devono adeguarsi al punto di vista del bambino.  L'accessibilità è uno degli aspetti più importanti del ambiente montessoriano.  Poiché al bambino dev'essere lasciato libero di agire seguendo i suoi "bisogni interni", le attività che andrà a realizzare saranno una sua libera scelta e dev'essere libero di poter accedere da solo al materiale.  Dunque scaffali bassi e materiale a portata di mano!.



Mobilio:  
Il mobilio deve essere adatto ai bambini per le sue dimensioni, semplicità di uso e leggerezza.  Scaffali aperti preferibilmente, dove il materiale è a vista e di accesso immediato, oppure con tendine o sportelli di facile apertura:  niente cassettoni pesanti, armadi di grandi ante.  I tavoli e le sedie devono essere adatti alle forze dei piccoli in modo che li possano spostare facilmente, che diventino oggetti familiari, di uso quotidiano.   Particolare importanza viene data al lavabo come oggetto di uso quotidiano che dev'essere a dimensione ed altezza del bambino.  Possibilmente abbinato ad una piccola catinella, un piccolo portasapone, un piccolo asciugamano, che gli consentano di realizzare le attività di igiene quotidiana da soli.

Ornamento:
A proposito dell'ultilità degli oggetti (che ho analizzato nel post anteriore), è interessante puntualizzare il posto che Montessori da all'ornamento.  Per lei il senso di abbellimento dell'ambiente ha una funzione ben precisa e in questo senso l'ornamento è utile.  Un vasetto con dei fiori, che magari bisogna anche curare e pulire, un quadro, una piccola immagine o un sopramobile oltre ad avere un senso da un punto di vista estetico hanno anche una funzione di "personalizzazione" dell' ambiente, che dev'essere caldo, accogliente, intimo.

Varietà ed Economia:
Un aspetto anche molto rivoluzionario e nuovo è l'introduzione della varietà come un valore.  Varietà nell'offerta del materiale, varietà di livello di maturità dei piccoli, che non sono distinti per fasce di età, varietà nelle attività, ma anche varietà degli oggetti stessi che compongono l'ambiente.  Proprio come una casa che è composta da una serie, a volte anche abbastanza eclettica, di oggetti di diversa provenienza, così gli ambienti dei bambini possono contenere oggetti diversi.  Non tutte le sedie e i tavoli devono essere uguali, e così anche gli scaffali possono essere diversi lasciando la possibilità per quelli aperti, con tendine, con sportelli, con cassetti, perché i bambini devono imparare anche ad aprire un cassetto senza far rumore o ad aprire uno sportello con la chiave.  La varietà per Montessori è ricchezza, ed è anche sinonimo di economia, perché in un certo senso suggerisce anche il concetto di riuso degli oggetti e non è amica delle fosilizzazioni formali.

Trasformazione:
In tutto ciò l'ambiente non è mai un contenitore fisso, immobile.  Lo spazio dev'essere invece flessibile, mutabile, adattabile alle diverse esigenze.  Così lo spazio stesso prende vita e diventa soggetto manipolabile.  Dunque niente paura degli spazi piccoli, se siamo furbi e riusciamo a progettare gli arredi in una forma intelligente una stanza può servire a molti usi.  
"Notiamo che gli effetti più belli per l'educazione si sono avuti là dove c'è una sola stanza, perché c'è maggiore attività per il bambino.  La casa più brutta fa il bambino più bello".  Anche qui la Montessori ci dà una bella lezione.  Non si tratta di esaltare quello che lei in questo passaggio definisce "brutto", e che dal senso della frase possiamo interpretare come "svantaggioso", ma di essere in grado di superare le difficoltà e di cogliere proprio quelle condizioni "svantaggiose" come possibilità all'invenzione, alla creatività.



Questo un piccolo sunto degli aspetti fondamentali della progettazione.  Alla prossima ed ultima puntata riservo il ruolo del educatore nel ambiente, con l'intento di trarre anche da lì degli spunti che ci aiutino a capire il ruolo del "adulto" in un ambiente a  misura di bambino.  Stay tunned!.









Nota:  le immagini presenti in questo post sono state tratte da:  
 http://www.tonspil.is
 http://www.quandonasceunamamma.com
 http://www.spaziobambino.com
http://it.wikipedia.org

8 commenti:

  1. In questi giorni sto leggendo post interessantissimi! Uno di questi è il tuo. Concetti preferiti: varietà ed economia e trasformazione.
    Un abbraccio!

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  2. Grazie!, mi fa molto piacere che ti sia piaciuto. Un abbraccio!

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  3. lo aspettavo! interessante anche questo, mi piace molto il punto sulla varietà ed economia, perchè penso che avere a che fare con oggetti diversi, per materiale/forma o per modalità di fruizione, è utilissimo per i bambini: tiene la mente sveglia e da la possibilità di provare diverse sensazioni. io mi ricordo da bambina come mi rendevano curiosa cassetti con pomelli diversi da quelli che aprivo abitualmente, o ante laccate e magari un pò sverniciate dall'età, per cui riuscivo a intravedere un angolino del materiale di sotto...e capivo che c'era un altro materiale sotto!
    alla fine la varietà ti aiuta meglio a capire come sono fatte le cose e qual'è la loro funzione.
    poi comunque il post mi è particolarmente utile al momento, dato che sono in crisi da contenimento-giochi e sto progettando una rivoluzione!!!
    grazie, un abbraccio!

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    1. Grazie, che bello quello che scrivi... credo che quando un testo riesce a tirare fuori dei ricordi d'infanzia così nitidi vuol dire che ha un valore autentico ( e questo non lo dico per me, ovviamente, ma per la Montessori). Sono poi molto contenta del fatto che possa esserti utile in questo momento... poi, però, facci vedere che ti sei inventata!!!

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    2. con piacere, ma ti dico solo che io ho il tempo delle glaciazioni!!! le mie rivoluzioni possono essere anche molto studiate...nonchè sudate!!!

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  4. hehe... come ti capisco!, i miei tempi sono anche mooooooooooooolto lunghi... ma mi piace anche essere una lumacchina... piano piano ma senza fermarsi... aspetteremo con pazienza allora le tue rivoluzioni!.

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  5. ciao adriana, se passi dal mio blog c'è un pensiero per te!
    a presto, serena

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