Verso un ambiente educativo 3/3: "Aiutami a fare da solo".


6.5.13



Eccoci.  Finalmente l'ultima puntata di questa breve ricerca sull'organizzazione dell'ambiente da un punto di vista montessoriano.  Per concludere vorrei soffermarmi sull'aspetto che chiude e da senso a tutta la definizione formale dello spazio:  il ruolo della maestra come lo intendeva Montessori, cioè il legante, il mediatore, il trait-d'union (definizione usata da lei) tra l'ambiente e il bambino.

Se non si comprende il ruolo dell'adulto in questa concezione educativa è inutile impostare l'ambiente secondo i criteri montessoriani.  Molte volte sento parlare di "ambiente a misura di bambino" ma poco e niente si dice invece riguardo a come dobbiamo porci noi adulti in questo ambiente, come possiamo essere effettivamente veicoli di crescita, mediatori, facilitatori di un corretto e sano sviluppo dei nostri bambini. 

Dunque traggo alcuni concetti fondamentali dalle parole stesse della Montessori nelle sue Lezioni di metodo del Corso di Milano, 1926 e pubblicate sulla rivista "Vita dell'infanzia" aprile 1996, Anno XLV, n. 4., sperando che possano essere di aiuto a noi genitori nel nostro faticoso e affascinante compito di far crescere i cittadini del futuro.




 "Il più grande segno di successo per un insegnante è poter dire ‘i bambini stanno lavorando come se io non esistessi’.". (M. Montessori).

Tra le tante altre rivoluzioni del metodo montessoriano, l'insegnante, la maestra, assume un ruolo completamente diverso rispetto ai modelli educativi tradizionali.  Lontana dall'essere una figura centrale, protagonista, che ha il compito di travasare le proprie conoscenze agli alunni, la "direttrice" montessoriana ha il compito di mediare tra un ambiente molto strutturato e il bambino, lasciando che sia egli stesso al centro del suo processo di apprendimento attraverso l'esperienza diretta.

La maestra è quindi mediatrice, guida.  Il suo compito è quello di fornire le indicazioni, di servire da modello ed è per quello che viene chiamata "direttrice".  Non è un ruolo semplice:  richiede grande rigore, esattezza, pazienza, umiltà.

L'aiuto intelligente della maestra da uno scopo determinato a tutte le azioni che il bambino compie nel ambiente, e perciò lo deve fare in modo perfetto.  La direttrice rappresenta il modello di perfezione al quale i bambini attingono, ma non pretende da i bambini lo stesso grado di perfezione, o almeno non subito. Il bambino è chiamato ad eseguire un'azione con i propri mezzi cioè, in maniera imperfetta all'inizio, aprossimativa, ma eseguita da lui.  Non sa fare, farà male finché riuscirà, ma l'importante è che abbia capito come si fa e che questo modello di riferimento sia perfetto.

Da questa impostazione vorrei trarre due idee che mi sembra importante distinguere.  La prima è un concetto montessoriano più volte esposto nei suoi scritti e riguarda il fatto che non importa tanto il risultato raggiunto quanto l'azione, l'attività stessa. Il primitivo istinto del bambino è quello di esercitarsi psichicamente ad un livello superiore, insospettato.  Montessori lo chiama scopo "interiore" che è diverso da quello "esterno". Vuol dire che se facciamo vedere ad un bambino come si spolvera un tavolino lui lo farà ripetutamente, e anche quando il tavolino sarà pulito, continuerà a realizzare quell'azione perché il suo scopo non è "esterno" (togliere la polvere) come per noi adulti, ma è "interno" (sviluppare l'azione di spolverare). 
La seconda riguarda invece quest'idea di perfezione che la Montessori esige dalle sue insegnanti e che in realtà risponde all'esigenza di sviluppo del bambino.  "I bambini vogliono fare il massimo sforzo e quindi bisogna avere coraggio e dare anche più".  Il massimo sforzo è quindi una spinta a crescere.  E' importante dunque chiarire la funzione dell'imitazione per Montessori:  "Il bambino spesso supera in perfezione ed esattezza l'esempio che gli è servito da incentivo" perché l'imitazione non è il risultato che viene dall'esterno ma dello sforzo compiuto nel desiderio di svilupparsi, del potere di perfezione che c'è nell'animo del bambino.

L'azione che realizza l'adulto (e che Montessori chiama "iniziazione") dev'essere quindi perfetta.  E perciò è necessario essere in grado di scomporla in piccole azioni anch'esse perfette.  Montessori lo chiama "l'analisi dei movimenti".  E come perfezionare i movimenti se non facendoli notare nelle fasi successive?.  Mi sembra anche che facendo una tale scomposizione è possibile offrire la bambino piccole azioni semplici che lui è capace di afferrare. 

Fino a che punto i bambini possono perfezionarsi?.  La risposta della Montessori è spiazzante:  Non ce ne dobbiamo preoccupare!.  Gli adulti dobbiamo dare ai bambini il massimo di cui siamo capaci e lasciare che lui prenda quello che può.  E questo comporta anche una importante esigenza:  "bisogna che noi ci perfezioniamo noi stesse, (...) dare al bambino la massima perfezione possibile in noi e non pretendere di essere imitate, né che il bambino faccia subito bene e tutto bene".  E quindi c'è un motto che va bene per la maestra:  "attendere osservando".  Pazienza e capacità di osservazione sono dunque due qualità fondamentali per l'insegnante montessoriana che dev'essere in grado di lasciare agire ai bambini secondo i suoi ritmi interni.  

"Il motto dei bambini invece è questo:  "Aiutami a fare da solo".  Il bambino sa che non può fare da solo e vuole l'aiuto del adulto per poter fare, ma non vuole che si faccia invece sua.  Per permettergli di agire secondo la sua possibilità bisogna insegnargli a fare da sé.  (...) Bisogna attendere osservando:  farà male, ma farà.  Abbiamo tanta paura che faccia male!.  Lasciamolo far male..."







  



4 commenti:

  1. Brava Adriana per questo contributo, speriamo veramente che i nostri bambini possano incontrare insegnanti, adulti ed avere genitori capaci di dare il massimo e di saper "attendere osservando".
    a presto
    Emanuela

    RispondiElimina
  2. Grazie cara, mi fa piacere che questa piccola ricerca possa essere uno stimolo per noi stesse e anche per gli altri!. Un abbraccio. Adriana.

    RispondiElimina
  3. che dire, un trittico di post irresistibile!
    sarebbe bello se ogni adulto che avesse a che fare con un bambino avesse nella mente questi principi e queste idee....i bambini sono preziosi perchè preziosa è la loro capacità di crescere, di avere curiosità, di desiderare.
    sono perfettamente d'accordo sul fatto che non ci deve riguardare, e comunque non deve essere il nostro pensiero, DOVE i bambini che seguiamo arriveranno: non è una questione di livello la vita, ma di trovare i canali che ci aiutino ad esprimere ogni aspetto di noi stessi: quindi se saremo brave, i bambini arriveranno proprio lì dove vogliono arrivare, ed è questo quello che importa.
    a presto

    RispondiElimina
  4. Che bello quello che dici Serena!, magari tutti la pensassero come te!, Avremo molte più persone felici e capaci!. Magari ogni persona fin da bambina avesse la libertà di intraprendere la strada di ciò che è portata a fare, non importa cosa sia, sicuramente lo farà bene perchè lo farà con passione e dedizione ed è molto più probabile che sia una persona felice e produttiva per la società. Magari!

    RispondiElimina