Giocare = Imparare. (Guest post di mamma logopedista)


5.2.14




Sono molto contenta di ospitare Eleonora La Monaca, logopedista e mamma autrice del blog (non si poteva chiamare in un'altro modo) mamma logopedista che oggi viene a parlarci di giochi da tavola per la fascia 0-4, in particolare dei memory, puzzle e tombole. 

Trovo l'approccio di Eleonora molto interessante perchè combina gli strumenti della sua professione con la sua esperienza familiare, e quindi di solito  riesce a comprendere le difficoltà e le aspettative di un genitore e a darle una risposta rassicurante.

A lei la parola.
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Giocare= Imparare.


I giochi in scatola sono sicuramente un buon modo per imparare le regole per stare con gli altri e per costruire delle buone competenze comunicative; i più adatti ai bambini tra i 2 e i 4 anni sono le tombole illustrate, i memory e i puzzle.
I giochi da tavolo consentono di stimolare veramente un gran numero di abilità quali i tempi di attenzione, l’attesa ed il rispetto del turno oltre che la gestione della frustrazione (quando si perde) e la gestione del successo (quando si vince).
Sono sempre più convinta, seppure io abbia un debole ormai riconosciuto per i giocattoli belli, che non servano giochi particolarmente complessi per aiutare il bimbo a crescere ed imparare. Ciò che è veramente importante è avere chiaro quale aiuto quel gioco da’ alla crescita: stimola tempi di attenzione più prolungati? insegna cos’è un turno? Aiuta a saper aspettare? Facilita la cooperazione per ottenere un risultato?
I puzzle per esempio permettono la fissazione dello sguardo in modo stabile ed aumentano i tempi di concentrazione perché per risolverlo si deve fare attenzione ai dettagli (cromatici o di forma). Sono però un gioco più in solitaria, dove non è necessario un confronto con gli altri e dove i tempi ed il ritmo sono gestiti dal bambino.








Le tombole sono un po’ più dinamiche perché è necessario passare ripetutamente lo sguardo dal mazzo centrale alla propria scheda gioco. Il bambino deve sapere gestire l’attenzione in modo più raffinato, si parla in questo caso di attenzione triadica, perché si sposta tra un oggetto comune di interesse e l’altra persona (o più persone) che gioca con noi.
Il memory invece richiede anche una capacità di mantenere in memoria uno stimolo che poi scompare dalla vista; la capacità di fare questo è anche una abilità cognitiva che si chiama permanenza dell’oggetto, ossia quella capacità che fa sì che noi sappiamo che un oggetto c’è, anche se non lo vediamo più.






E' evidente quindi che non c’è un gioco migliore di un altro, ma possano esserci giochi più o meno adatti al nostro bambino perché mettono in campo abilità e capacità diverse.
La cosa per me più importante come riabilitatore è fare capire al bambino che lo spazio in cui si trova (la seduta di logopedia) è uno spazio per lui, dove si può sbagliare senza preoccuparsi delle conseguenze (per esempio il dispiacere del genitore che vede disattesa una aspettativa); questo naturalmente non viene spiegato a parole, ma mostrato con i fatti.
La seconda cosa è che il bambino capisca che le attività che gli propongo sono alla sua portata e che ciò che gli viene richiesto sarà in grado di farlo: questo non significa che gli sarà facile, ma che con un piccolo sforzo potrà farlo.
La terza cosa, che per me è la più importante, ma che senza i passaggi precedenti non posso ottenere, è che il bambino deve poter sperimentare il successo e la soddisfazione in modo che abbia una spinta a fare sempre di più una cosa e quindi imparare. Il successo non è che si realizzi in chissà quali grandi obiettivi: può semplicemente essere che il bambino accetti di provare, oppure che svolga un semplice compito dall’inizio alla fine, ma senza gettare la spugna.
Tutto questo si ottiene anche attraverso il giocare ed è anche ciò che cerco di fare come genitore per sviluppare una buona autostima nelle mie bambine. Per esempio accettare di non riuscire sempre in tutto; per me non devono essere bravissime nel fare le cose, ma rispettare i propri doveri e essere contente di giocare.

Una volta che si realizza questo, diventa più facile la scelta del gioco, fermo restando che il gioco è gioco e la cosa fondamentale sarebbe divertirsi!
Pensiamoci.

Scelta del gioco.
Per allungare i tempi di concentrazione sono perfetti sono i puzzle. Se il bimbo si distrae facilmente, all’inizio è meglio proporgli dei puzzle di pochi pezzi in modo che riesca a terminare l’attività. Se mostra soddisfazione direi che sarà lui stesso a chiedercene di più complessi.
Per stimolare una attenzione che resista a più stimoli contemporaneamente può essere ottima la tombola, ma anche il memory che richiede di associare la figura alla posizione in cui era già stata vista.
Se il bimbo fatica nel rispetto del turno e nell’attesa, allora tutti i giochi di gruppo andranno bene; i puzzle non stimolano affatto questa abilità, ma possono essere utili nell’imparare ad aspettare per ottenere il risultato finale.
Pensando allo sviluppo del linguaggio, invece, le tombole illustrate e tematiche possono essere un valido modo per ampliare il vocabolario; i bambini con disturbo di linguaggio spesso faticano a costruirsi un lessico, se sono appassionati di un particolare argomento, si può sfruttare il gran numero di tombole tematiche che sono sul mercato dai cibi, agli animali, dalle stagioni ai mezzi di trasporto.
Le tombole illustrate si prestano anche bene a stimolare diversi gradi di astrazione: l’illustrazione infatti può essere una fotografia, quindi una immagine reale, oppure un disegno che può essere molto vicino alla realtà oppure stilizzato. Anche questa è una stimolazione cognitiva forte.
Ecco una tombolina molto carina di Giulio Coniglio in cui le immagini sono molto semplici, ma accattivanti. Trovo lo stile di Nicoletta Costa molto adatto ai bambini piccoli in quanto le immagini sono colorate, ma non confusive.
Per stimolare la manualità fine e la coordinazione occhio-mano sono indicati i puzzle con pezzi di dimensioni non eccessive e con il classico incastro maschio-femmina; anche le tombole possono mostrarsi utili perché il bambino deve afferrare le carte dal mazzo una alla volta e poi posizionarle sulla propria scheda.
Pensando alla capacità di memorizzazione visiva ovviamente il memory è il gioco più adatto.
Non tutte le proposte sul mercato trovo siano ben pensate, ma molte Aziende producono giocattoli veramente belli e ben fatti. Peri piccolissimi fino ai 3 anni trovo stupendi i giochi di Janod, Djeco e Diset, mentre per i più grandi quelli di Ravensburger.

13 commenti:

  1. preziose queste informazioni cara Elenora
    grazie

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    1. Ciao Sara Nuvolosità variabile! Sono contenta che siano utili, con i bimbi piccoli a volte è difficile scegliere un gioco, il mercato confonde le idee, almeno a me succede!

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  2. Post veramente interessante, grazie Adriana e grazie Eleonora! A casa nostra abbiamo sempre proposto molto i giochi da tavola, forse inconsciamente per i motivi che Eleonora esplicita così bene: si impara a concentrarsi relativamente a lungo su qualcosa, a rispettare i turni, ed anche a capire che non si può vincere sempre. Per questo quando gioco con le mie bambine, evito di lasciarle vincere spudoratamente, perchè ritengo che sia necessario anche imparare a perdere con grazia e ad apprezzare chi vince. D'altro canto, non lo diceva anche Kipling, "if you can meet with triumph and disaster, and treat those two impostors just the same"? Conosco troppi bambini che danno in escandescenze se perdono una partita a memory, che non rispettano il turno, che barano pur di vincere pretendendo di cambiare le regole durante il gioco, a proprio favore, e che se per caso vincono si divertono ad umiliare gli avversari.

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    1. Sì, sono d'accordo. Imparare a rispettare le regole giocando, rende più facile stare con gli altri. Però è anche vero che tanto dipende dall'indole del bambino, nel senso che ci sono bimbi più inclini a "stare" nelle regole e altri meno. Ma proprio per questo, per i bimbi che fanno più fatica, è importante un gioco adatto loro, magari cominciando da quelli con regole più semplici. Questo non significa volere omologare i bambini, è giusto anche rispettare il carattere, ma semplicemente aiutarli a stare con i coetanei senza entrare in conflitto.

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  3. E' vero... anche noi abbiamo sempre giocato con la nostra prima figlia e posso dire che lei ha imparato a perdere, as aspettare il proprio turno e a essere competitiva senza dimenticare che l'importante è giocare, divertirsi nel gioco. Questi piccoli insegnamenti fanno tanto nella vita!, Grazie del tuo bel commento!

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    1. Esatto, è proprio così, tu glielo insegni nel gioco, loro lo applicano all'esistenza. Brava!

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  4. interessante questo post. mi sono sempre chiesta come gestire la questione delle regole quando il bambino è piccolo (penso a pietro che ha compiuto adesso 3 anni). fino ad ora ho lasciato che andasse un pò come voleva, anche per convincerlo a giocare con me e il fratello più grande ma forse tra un pò inizierò ad essere più "precisa", voi che dite? anche se forse già da solo comincia a volerle rispettare...

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    1. Ciao Serena... se avessi avuto solo una figlia forse ti avrei risposto subito, senza esitare, e ti avrei detto di cominciare a giocare con il tuo bimbo piccolo e di cominciare a essere da subito severa con le regole... Con Marta tutto è stato molto scorrevole, da piccolissima abbiamo inziato a giocare, faceva i puzzle di sei pezzi a due anni, giocava a memory a tre, ecc... è sempre stata una bambina attenta con la quale passavo molto tempo a fare i più svariati giochi e attività. Adesso che ne ho tre mi rendo conto invece di come le cose siano cambiate, e di quanto sia difficile per me sedermi a giocare con i gemelli. Non solo perchè ho meno tempo, ma perchè, oltre al fatto che siano due, le loro personalità sono molto diverse ed è molto difficile riuscire a farli stare a tavolino facendo un gioco comune. Non ostante questo io continuo a provarci e raggingo sempre di più risultati migliori. Giochiamo a domino (quello che già conoscete) e ai puzzle che già, con fatica, iniziano a fare da soli. Ci è voluto molto più tempo per raggiungere le capacità che Marta invece aveva acquisito in pocchissimo tempo. Ho capito che ogni bambino è diverso e ha anche capacità e tempi diversi. Comunque sia credo che è sempre giusto continuare a proporgli (con amore) le attività, il giorno che saranno pronti la faranno. Fermo restando che ovviamnete ogni bambino ha il suo tipo d gioco preferito, al quale è più portato. Sta anche al genitore cercare di capire quale è e di offrirglielo. Il gioco poi è fatto di regole, e questa fa parte della esperienza del gioco, ed è molto importante che vengano rispettate. Io ti direi di trovare il gioco adatto al tuo bambino e di iniziare a provare a farlo giocare "seriamente", forse al inizio per brevi intervalli, poi un po' di più, ecc. Quando sarà stanco e inizerà a non rispettare più le regole gli puoi dire semplicemnete: "va bene, vedo che ti sei già stancato, non fa niente, se vuoi continueremo a giocare un'altra volta". Credo che vada fatta una distinzione tra quando si sta giocando "davvero" e quando no. Sono sicura che piano piano raggiungerai bei risultati.

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    2. Sono d'accordo su tutto. Come ho risposto anche prima, ogni bimbo va rispettato nei tempi e nelle modalità. Se un bimbo fatica per esempio nei tempi, è meglio fare un memory con solo 6 pezzi, poco, ma buono. Cioè consentirgli di terminare una attività. Il fatto di poter terminare una attività fa sperimentare l'idea del successo, molto importante. Solo con il successo (che consiste nel terminare una attività insieme agli altri, e non nel vincere) consente al bambino di desiderare di riprovare.La volta successiva magari con 8 pezzi invece di 6. Ma siamo noi adulti che dobbiamo sapere cosa il nostro bimbo è in grado di affrontare. Spesso ci stupiranno.

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    3. grazie eleonora, è proprio vero: bisogna portare i bambini a capire che il successo è portare a termine e non necessariamente vincere.
      adriana, mi fa piacere sentire che hai avuto un'esperienza simile alla mia: primo figlio tutto scorrevole, secondo molto meno...credo che per quanto ci si impegni a dare le stesse cose a tutti, è l'esistenza del termine di paragone (un fratello/sorella maggiore) che cambia il livello di attenzione, concentrazione...e anche voglia di rispettare le regole!

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  5. Post davvero interessante, queste osservazioni fanno riflettere: credo che prenderò nota per cercare di capire quali giochi possano davvero essere stimolanti ed educativi, perché può essere uno stimolo anche per me!

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    1. Ciao Clyo, grazie!, questa collaborazione con Ella è molto bella ed io mi auguro che continui ... tratterà altri post relativi ai giochi... ma se voui puoi sbirciare anche nel suo blog, troverai cose molto interessanti!. Un abbraccio. Adriana.

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    2. Ciao Clyo, grazie. Mi fa piacere questo tuo commento, infatti io scrivo soprattutto per i genitori, e sapere di aiutarli nelle scelte è molto importante per me. Credo che il mercato dei giochi attuale, il bombardamento delle pubblicità riduca le nostre energie e ci impedisca, in parte, di ragionare liberamente. Faticoso, molto faticoso.

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