fotografare che divertimento!


21.5.13




Con la scusa del concorso di fotografie per bambini promosso da laboratorio progettincorso, nei giorni scorsi mia figlia Marta mi ha chiesto in prestito diverse volte la macchina fotografica.  Non potevo trovare nessuna motivazione per negargliela, visto che ero stata io stessa a proporglielo.

Dare la propria macchina fotografica ad un bambino di 5, 6, 7 anni, o persino ad uno di 3 non è proprio una cosa che uno fa in maniera spensierata, diciamoci la verità!.  Tantopiù se noi stessi siamo appassionati di fotografia e siamo affezionati alla propria macchina, che magari è anche costosa e sicuramente delicata.

Superate le mie apprensioni (e poi vi dico come) i miei timori sono stati compensati con l'esuberante entusiasmo con il quale lei si è tuffata in questa frenetica avventura.  Avere la macchina in mano era per lei approfittare di un'occasione preziosa per scattare foto a tutto ciò che le stava attorno.  Qualsiasi cosa poteva essere oggetto delle sue immagini, dal particolare di una macchina al paessaggio.  Non importa cosa, la questione interessante per lei, forse, era l'azione stessa di fotografare.

Da qui mi sono domandata alcune cose.  Chi sa, forse voi potete darmi qualche delucidazione o aggiungere ancora qualche altra domanda, tanto per complicare ancora un po' di più le cose, il che mi farebbe molto piacere.




Cos'è che piace ai bambini  di fotografare?. 

Intanto, forse la prima cosa che piace loro, è il fatto di avere la macchina in mano.  Un oggetto che, si sa, fa parte del mondo degli adulti e quindi gli è vietato l'uso.  Questo temporaneo possesso li rende per un attimo un po' più "grandi" e ancora di più gli permette di rubare ai propri genitori una sorta di "potere", quello di chi ha in mano un oggetto che in qualche modo media la situazione.  Dunque il fatto di avere la macchina in mano è di per sè una conquista.
Credo che se riusciamo a dare ai nostri figli (ovviamente dipendendo dall'età, dal costo e complessità dell'apparecchio in questione e dal come gliela presentiamo) la NOSTRA macchina gli diamo intanto una grande dimostrazione di fiducia, una non piccola responsabilizzazione, e di conseguenza una carica di piacere "in più" rispetto al fare le foto con una usa e getta o una macchina di fotografie per bambini. Almeno io così  ho provato a superare le mie aprensioni, anche se trovo perfettamente comprensibile e rispettabile chi opta invece per la seconda o terza opzione.

Ma forse non è solo avere la macchina in mano quello che fa piacere.  Sono rimasta impressionata dalla frenesia con la quale Marta faceva foto in continuazione, senza sosta, approfittando ogni secondo, ogni particolare, ogni situazione per congelarla con un velocissimo scatto.  Come se non bastasse il tempo, come se con quell' aparecchio in mano lei potesse appropriarsi di tutto il suo intorno, quasi con la paura di dimenticare qualcosa, di lasciarsi sfuggire qualcosa.  Mi sembrava che non c'era soggetto nelle sue foto, ma che in realtà il soggetto era il TUTTO, che la sua era una battaglia persa, che quell' ingenuo tentativo di afferrare l'istante non sarebbe mai stato raggiunto attraverso delle immagini bidimensionali, indipendentemente dal numero che lei riuscisse a fare.
















Poi  a un certo punto arriva lo sfinimento o la memoria piena, o la batteria che si scarica e segna il passaggio ad una realtà più serena e meno ambiziosa.  Le foto, poi, ai bambini interessano poco.  Forse perchè in fondo nessuna, o neanche tutte insieme, riescono a riportargli quel momento oramai scomparso, del quale restano solo immagini parziali. O forse perchè ai bambini poco interessa il passato, così come poco interessa il futuro:  loro sanno vivere solo nell'immediatezza, nel più stretto e sfuggente presente.

Mi sono domandata allora quale possa essere il senso di far fare le foto ai bambini, o meglio, se è possibile dargli un senso "utile" per loro, al di là della semplice esperienza in sè, che una volta finita non trova altri interessi.  Mi  sono domandata se è possibile valutare poi insieme a loro le foto e dargli uno scopo, e così mi sono inventata un gioco.  Potremmo inventarne tanti altri, ma ho pensato a questo:  scegliere un'immagine (potrebbe essere anche una sequenza d'immagini) e raccontare una storia.   In fondo, per noi adulti, il tentativo della fotografia è questo, catturare immagini capaci di dire qualcosa, di trasmettere un sentimento, di raccontare qualcosa.  Poi vi farò sapere cosa è venuto fuori. 

Nel frattempo girovagando per il web ho trovato anche altri esperimenti interessanti, da laboratori di fotografia per bambini a questo manuale creato da un fotografo professionale che potete scaricare gratuitamente e che tenta di orientare in forma semplice e ludica la frenetica energia dei bambini nel fare le foto offrendogli alcuni accorgimenti basici che possano arricchire la loro esperienza senza inquadrarli in regole ferme.

Coraggio! date una macchina fotografica ai vostri bimbi e presentate le foto prima del 2 giugno a progettincorso.  Chi sa, potrebbe essere lo spunto per iniziare una passione o per inventare delle storie, o chi sa pure se tra i tanti scatti non trovate qualcuno suggestivo come questo, il mio favorito:





10 commenti:

  1. Il tuo blog è davvero interessante, ho letto da ieri qualche post e devo dire che affronti veramente bene tematiche per nulla scontate!

    Pensando a me bambina di 6 anni con la prima macchina fotografica in mano, mi accorgo ancora una volta di quanto siano cambiate le cose dalla pellicola al digitale.
    Quello che ricordo è che "cercavo" soggetti, la mia non era per nulla una cosa casuale, volevo inquadrare delle cose: il prato, una foglia, un vetro della finestra... ovviamente, non sapendo nulla di fotografia nelle mie inquadrature veniva fuori di tutto, e tutto sfocato. Tanto che, una volta sviluppate era difficile risalire al "che cosa" volessi inquadrare, e un po' ci rimanevo male, perché nella mia testa il soggetto c'era, ma sulla stampa non risultava che un ammasso confuso e indistinto di cose.
    Probabilmente i bambini di adesso possono avere un riscontro immediato di quello che hanno creato e imparare tramite un'esperienza visiva e non teorica, provando e riprovando... fortunati loro! ;-)

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    1. Grazie Clyo!, mi fanno molto piacere le tue parole, sono una spinta ad andare avanti!

      In effetti anche a me sono venuti in mente i miei inizi nella fotografia. Non ero proprio bambina, la macchina fotografica di mio padre era uno di quelli oggetti intoccabili a casa mia... solo raramente avevo la possibilità di fare qualche foto e non mancava mai il consiglio implacabile: "fai pocche foto, ricordati che costa soldi svilupparle". Era un modo diverso di fare foto, ma come in tutto trovo che ci siano pro e contro in uno e nell'altro. Fare foto con la premessa di farne poche voleva dire dover fare una selezione a priori, valutare bene prima di azionare quel magico "clic". Dall'altra parte qualunque bravo fotografo ti dice che per fare uno scatto che ne valga la pena, per trovare la foto "buona", bisogna farne tante. L'attesa forzata che imponeva lo sviluppo del rullino aveva un fascino che oggi si è perso, ma poter vedere subito le immagini ha anche qualcosa di magico e permette di ripetere una foto se non è venuta come volevamo. Mi sembra molto interessante quello che dici che anche da bambina le tue foto non erano casuali ma cercavi dei soggetti precisi. Mi domando se questa razionalità venisse appunto per il fatto di dover farne pocche foto oppure per una questione personale. Chi sa, mi viene per esempio in mente di fare un'altro esperimento-gioco: Dare a mia figlia Marta la macchina fotografica però chiedendole di fare solo un determinato numero di foto... chi sa se i suoi tempi rallentano, se sceglie quello che vuole fotografare. Ve lo farò sapere...

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    2. Sarebbe interessante!
      Io comunque non avevo la macchina fotografica dei miei, me ne avevano presa una con il detersivo... ed era tutta mia :-D
      Però per me 12 foto erano tante! (è ridicolo pensandoci ora) penso, perché non lo ricordo con certezza, che fosse come salire una scala: ho 12 gradini-spazi bianchi davanti a me: come li riempio? Magari la prima volta non ho neppure usato tutto il rullino.
      Ma penso dipenda anche dal carattere: c'è chi mangia una tavoletta di cioccolato in una volta e chi la sbocconcella piano piano..

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    3. la macchina fotografica vinta con il detersivo dev'essere stata una gioia immensa!!!!, peccato che quello che usavano a casa mia non le regalava! :(

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  2. penso che a 7 anni fotografare sia molto diverso che a 4 (l'età di matteo), quindi non so bene calarmi nella tua esperienza. quello che posso dirti è che quando ho dato a matteo una macchina fotografica in mano per più di un minuto (una per bambini regalatagli al compleanno), anche lui ha fotografato indistintamente tutto, e molte foto le ha riservate anche a noi! in lui ho visto molta voglia di fare in prima persona un'esperienza che vede sempre prerogativa degli adulti, e sicuramente lo diverte il fatto di poter vedere immediatamente il risultato. ma non ci ho visto più di questo...chissà crescendo... proverò a giocare di più anche con questo strumento!

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    1. c'è molta differenza tra un bambino di quattro anni ed uno di sette, ma forse in questo caso si Marta e Matteo si comportavano della stessa maniera: fare foto a raffica su tutto (a me non mi ha fatto nessuna foto... però ai fratellini si). A me da una parte affascina questa spontaneità, questa disinvoltura dei bambini che non si pongono limiti ma si preoccupano solo di fare, dall'altra mi spaventa lo effimero delle loro azioni. Mi domando se noi adulti possiamo in qualche modo veicolare questa energia e farla fruttare per loro, fargli poi vedere le immagini, per esempio, e commentarle o poi farci un gioco, o provare a chiedergli di fare foto con un tema, insomma, nella fotografia come in tante altre cose offrirgli degli spunti senza togliere libertà. Ma uqeto forse non a quattro anni, e qui c'è una differenza ;)

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    2. è vero, è proprio questo che affascina anche me dei bambini: il fatto che si preoccupino solo di fare, senza limiti o timori. e trovo anche giusto il fatto di trovare un modo per aiutarli a trovare qualcosa "di più" attraverso uno strumento del tutto nuovo, magari aiutandoli a vedere qualcosa che ancora non riescono a focalizzare. quello che mi preoccupa però in queste interferenze, è di portarli, senza volerlo, verso il nostro modo di scoprire lo strumento, e ho sempre il dubbio che se invece li continuiamo a lasciar fare da soli, sarà la loro esperienza a portarli dove gli è più congeniale...ma questo è un mio eterno dubbio!

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    3. mi trovo d'accordo anche sui tuoi dubbi, che sono anche i miei... non sono sicura che sia giusta questa continua richiesta da parte degli adulti di fargli trovare qualcosa "in più", quantomeno non con tutto, e non sempre. A Marta per esempio la lascio molto da sola perché lei è molto abile nel capire subito quando io le propongo le cose con un fine "educativo", e allora subito lo rifiuta. Dunque seguo anche questo suo input e capisco che devo lasciarla tranquilla. In realtà il bello del gioco per i bimbi è il gioco in sé, senza uno scopo, il fatto di giocare e basta. Quindi in realtà io credo che la cosa più bella che possiamo fare noi e dargli la possibilità di giocare. E se lo fanno da soli (intendo anche con altri bambini) sarebbe anche meglio. Ma come in tutto c'è pure la controparte. Ricordo molti bei momenti con mio padre, che è un appassionato di fotografia, parlando degli scatti, della tecnica, delle immagini e così anche di tanti altri temi ai quali sono affezionata proprio perché sento un legame affettivo molto forte che viene dai miei ricordi di famiglia. E dunque è anche vero che si può trasmettere una passione. Trovare i modi e i tempi è la cosa più difficile, e anch'io non sono mai sicura di niente!.

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  3. Una volta mamma e papà montavano un rullino da 24 foto e finiti quei 24 scatti c'era poco da fare :) e quando le sviluppavo a volte trovavo foto sfocate, foto sovrapposte, etc...c'era sempre il compagno al quale si apriva lo sportellino sul retro a sua insaputa e addio foto...ahahaha che belli i tempi delle elementari e delle medie! :)
    bellissimo post, bel tema. un bacione

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    1. Condivido le stesse frustrazioni!!!!!!!!... soprattutto quando ti si apriva lo sportello dopo che avevi fatto le foto perchè non avevi girato bene il rullino arrrrrrrrrrrrrrrrggggggggg... (sai quante volte mi è successo?!)...
      Un bacione a tutte e due.

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