Quest'anno la scuola dell'infanzia dei miei figli ha deciso di ispirarsi al tema degli antichi romani per sviluppare le attività didattiche e ludiche dei bambini. Una cosa da poco!... un tema vastissimo che è servito da spunto per sviluppare letture, giochi, attività manuali e perfino i travestimenti di carnevale!.
In questa cornice così entusiasmante le maestre avevano chiesto il mio aiuto (non so come hanno saputo della mia passione per i plastici) per costruire un plastico degli acquedotti romani. Ovviamente la loro idea era quella di introdurre il tema dell'architettura degli antichi romani, proponendola come sceneggiatura, come suggestione spaziale dove inserire le storie, i personaggi, i racconti che gli hanno accompaganti nell' arco di tutto l'anno.
Siccome complicare le cose è una delle mie specialità, mi sono offerta sì, per aiutarle nella costruzione del plastico, ma ho voluto tentare la rischiosa impresa di approfondire l'argomento (stiamo parlando di bambini di 4 e 5 anni!) e portarlo invece alla realizzazione di un laboratorio. In seguito sarebbero diventati TRE!
Mi sembrava che per parlare di architettura a bambini così piccoli era indispensabile partire da ciò di cui essa è fatta, cioè della materia. Come è fatto un edificio?, con cosa viene costruito?, perchè ha quella determinata forma?, perchè ha quelle dimensioni?. L'architettura non può prescindere dalla sua natura costruttiva. Questo è un tema che in particolare mi appassiona perchè l'architettura è tale proprio quando riesce a trascendere la tecnica senza negarla, quando riesce a trasformarla in bellezza. Allora è esaltazione, meraviglia.
Però questo è un'altro discorso... torniamo ai bambini.
Per parlare degli acquedotti avevo bisogno di partire dall'arco come sistema costruttivo, anche se poi mi sono resa conto che bisognava cominciare a parlare dei mattoni prima di parlare dell'arco.
Però questo è un'altro discorso... torniamo ai bambini.
Per parlare degli acquedotti avevo bisogno di partire dall'arco come sistema costruttivo, anche se poi mi sono resa conto che bisognava cominciare a parlare dei mattoni prima di parlare dell'arco.
Ho proposto allora alle maestre di sviluppare tre laboratori a seguire: sui mattoni, sull'arco e sugli acquedotti. Nella nostra scuola le classi sono miste, ma solitamente i bambini vengono divisi per fasce di età quando si tratta di seguire determinate attività, adatte ai diversi gruppi. I nostri laboratori dunque sarebbero stati indirizzati, in turni separati, ai bambini di 4 e 5 anni.
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Per fare un acquedotto ci vogliono: I MATTONI.
Cosa sono i mattoni?, di cosa sono fatti?, da quando si è cominciato ad utilizzarli?.
disegni e fotografie tratti dal libro "L'arte di costruire presso i romani" di Jean Pierre Adam. |
Il nostro laboratorio è iniziato ad occhi chiusi. Per un attimo abbiamo immaginato di essere i primi uomini e donne in un territorio dove la natura non era stata ancora toccata. Con cosa possiamo costruire le nostre case?. Rami, pali, foglie, terra sono state la materia prima utile per costruire le prime capanne rudimentarie, e ancora oggi lo sono. Ho cominciato ad illustrare ai bambini, attraverso disegni e fotografie, le tecniche costruttive che utilizzavano la terra cruda, passando dal pisè per arrivare al adobe, come soluzione che consentiva la produzione di un unico modulo facilmente realizzabile e trasportabile per la costruzione dei muri.
Il passaggio alla terra cotta è avvenuto poi in seguito. Probabilmente dai vasai si è trasmessa la tecnica di cottura della terra facendola diventare più resistente e soprattutto impermeabile. Qui è stato divertente cominciare a parlare di questo concetto e fare associazioni tra gli oggetti di uso comune ai bambini che avessero questa caratteristica: gli ombrelli, gli impermeabili, le calosce non fanno passare l'acqua, così anche i vasi in terracotta contengono i liquidi all'interno. E' intuibile pensare che in architettura l'uso di questo materiale avviene per primo sui tetti.
Dalle tegole si arrivò ai mattoni in terracotta. Ma come venivano cotti i mattoni?. I forni che utilizzavano per la cottura erano uguali a quelli di oggi?.
Immagini tratte dal libro "L'arte di costruire presso i romani" di Jean-Pierre Adam. |
Gli antichi romani, e soprattutto in età imperiale (mi sa che gli imperatori dovevano costruire tanti edifici) avevano sviluppato una vera e propria industria dei mattoni. I loro forni erano molto grandi, in modo di poter cuocere grandi quantità, e prima della cottura venivano bollati, una specie di timbro che riportava molte informazioni importanti sulla loro provenienza: dal nome del proprietario del terreno da cui proveniva l'argilla al nome del monumento ai quali i mattoni erano destinati.
idem |
E che misure avevano i mattoni?, erano tutti uguali?. Vitruvio e anche Plinio parlano di tre tipi di mattoni: lidio, lungo un piede e largo mezzo piede, il tetradoron, un piede quadrato o quattro palmi, e il pentadoron, cinque palmi. Erano proprio grandi i piedi degli antichi romani, se pensiamo che la misura di un piedi era 29,6 cm!. E quanto sarebbero stati grandi i nostri mattoni?. Disegniamo i nostri piedi e vediamo che misura avrebbero avuto!.
Alla fine della nostra chiacchierata ogni bambino ha potuto realizzare il proprio mattone a partire da una cassaforma. Ognuno lo ha timbrato con il proprio nome o il proprio disegno. In seguito li utilizzeremo per la realizzazione di un arco. Ma di questo vi parlerò nella prossima puntata...
Un gran bel laboratorio. Secondo me avrebbe successo anche con gli adulti. Sono sempre stata affascinata dalla costruzione degli archi.
RispondiEliminaGrazie cara,
RispondiEliminaPeccato. Se lo avesse saputo ti avrei invitata a partecipare!. ;) Anch'e a me mi hanno sempre incuriosito gli archi!. Alla prossima allora!.
Un Laboratorio con la L maiuscola, non vedevo l'ora di leggerlo! Iniziare ad occhi chiusi: emozione e consapevolezza. Ottimo lavoro, come sempre!
RispondiEliminaAmante dei plastici pure io...quanti realizzati all'università, quando ancora il 3D non dilagava!
Grazieeeeeeeee!, mi fa molto piacere che vi sia piaciuto!... E' stata davvero una bella occasione per studiare e mi sono molto appassionata!.
RispondiEliminaSi!, I plastici sono sempre stati la mia forza!... ne facevo sempre tanti per ogni progetto... in diverse scale... mi mancano!. Un abbraccio!.
bello!chiudere gli occhi, immaginare, realizzarsi un mattone....deve essere stato anche divertente per te portarli in un mondo tanto lontano, l'architettura secondo me può avere grossa presa sui bambini, conosci quei libri monografici sull'architettura di alcune città fatti appositamente per i piccoli? io non li ho trovati ma li ho segnalati alla libreria dove vado spesso per loro. e domani li porterò ad un laboratorio di architettura per bambini tenuto da federica di minimani... un abbraccio e buone prossime due puntate, sarò curiosa di leggerne!
RispondiEliminaCiao cara, che piacere leggere il tuo commento!. Si, devo dire che è stata una bella occasione, sia per me, per approfondire e studiare, sia come esperienza con i bambini. Non ero sicura che il tema potesse interessarli, ma invece hanno seguito attenti ogni passaggio, rispondendo attivamente a tutte le domende... è impressionante la capacità dei bambini di fare associazioni... Credo che nel ultimo post pubblicherò quello che i bambini poi hanno riportato, il loro racconto del laboratorio fatto alle maestre... la loro risposta mi ha dato grande soddisfazione!.
EliminaOh che bello!, dev'essere molto bello il laboratorio di Federica... mi piacerebbe seguire cosa farà... lo pubblicherà?... la seguirò!.
Sui libri monografici delle città per i bambini non ne ho... so di diverse pubblicazioni che mi sembrano interessanti ma non si trovano molto facilmente... dovrò cercare un po' meglio... ;). Un abbraccio e alle prossime allora!
Ciao, ho letto la spiegazione del tuo laboratorio e mi è sembrato molto interessante e ben fatto. Sto preparando una lezione per una scuola media proprio su questo argomento e mi chiedevo se potessi dirmi quali materiali hai usato per questo laboratorio, ad esempio per la cassaforma, per realizzare il mattone etc. Il plastico sarebbe bellissimo, ma non essendo molto pratica la vedo difficile, quindi comincio dalle cose più semplici. Complimenti!
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