Sono già quattro anni che la nostra scuola festeggia il 18 dicembre, Giornata Internazionale per i Diritti dei Migranti con canti, balli, interventi, proiezioni, laboratori e degustazione culinaria. Per noi, scuola dove convivono più di 19 diverse nazionalità, dove la maggioranza dei bambini non ha la cittadinanza italiana, vuol dire festeggiare una condizione che ci è vicina e comune, che in qualche modo, diretto o tangente, ci appartiene.
Quest’anno il tema proposto per la festa è stato
“Le Città Invisibili”, testo di Italo Calvino. Lo straordinario
immaginario fantastico che offre il libro, la poesia che vive “di
nascosto” (appunto, invisibile) nelle nostre città sono stati gli spunti per
aprire la giornata a riflessioni, dibattiti, confronti, esperienze.
Calvino,
nella veste di Marco Polo, nei suoi racconti di grande viaggiatore,
rappresenta non la città fisica, visibile, ma a
partire da immagini oniriche, ricche e suggestive, compone un tracciato
delle città interne che vivono in ognuno di noi (quelle appunto non
visibili), fatte di memorie, di rapporti, di desideri, di segni, di
nomi, di morte. Rappresenta così le città
intime, che sussistono nelle nostre emozioni, nei nostri ricordi; quelle
città possibili, desiderabili, le città che vorremmo, ma anche le città
indesiderate, dolorose, miserabili.
Ho colto lo spunto per proporre alle maestre di realizzare dei laboratori per i bambini dell'infanzia, a partire dalla lettura di Calvino, e ho condotto così, grazie anche all'aiuto di numerosi genitori, due laboratori diversi ispirati a due delle città raccontate nel libro.